Ettore Bastianini
"Se anche mi offrissero un trono, lo trascurerei pur di cantare"
Ettore Bastianini Note biografiche
Ettore Bastianini nacque a Siena il 24 Settembre del 1922, in via Paolo Mascagni, nella Contrada della Pantera. Da ragazzo iniziò a lavorare come garzone in un laboratorio di pasticceria; il datore di lavoro, notando la sua bella voce, lo presentò alla signora Fathima Ammanati, che divenne la sua prima insegnante di canto e lo fece studiare da basso. Dopo aver vinto il concorso d'accesso al Centro di Avviamento al Teatro Lirico Comunale di Firenze, Ettore esordì il 16 novembre 1945 al Teatro Alighieri di Ravenna nel ruolo di Colline ne La Bohème. Nello stesso anno, la sua vita fu allietata dalla presenza di Jago, il figlio avuto da Diva, una giovane cantante conosciuta a Forlì. Come basso, cantò molte altre opere, da quelle di repertorio, come Il Barbiere di Siviglia,Lucia di Lammermoor, Aida, Il Trovatore e La Gioconda, a quelle moderne quali Oedipus Rex di Stravinskij. Dopo circa otto anni di dignitosa carriera durante la quale calcò le scene di importanti teatri italiani ed esteri, nel 1951 Ettore si ritirò per molti mesi e, sotto la guida del maestro Luciano Bettarini, si dedicò a reimpostare la voce per il registro baritonale. Il 17 Gennaio del 1952 debuttò come baritono nel ruolo di Giorgio Germont ne La Traviata a Siena ma, poiché il risultato non fu soddisfacente, lasciò le scene per un ulteriore periodo di intenso studio. Il successo arrivò quando, nel Dicembre dello stesso anno, debuttò il ruolo di Jeletzki ne La dama di picche di Ciaikovskij a Firenze. Si avviò quindi verso una sfolgorante carriera che lo portò nei maggiori teatri del mondo. divenendo in breve baritono di riferimento osannato e amato dal pubblico. Cantò moltissimi ruoli di diverso genere: da quelli belcantistici (Ernesto ne Il pirata, Severo inPoliuto, Alfonso XI ne La favorita, Lord Enrico Ashton in Lucia di Lammermoor) a quelli verdiani (Rigoletto, Nabucco, il Conte di Luna, Renato, Don Carlo in Ernani, Giorgio Germont, Don Carlo di Vargas, Rodrigo, Jago, Rolando ne La battaglia di Legnano); da quelli veristi (Carlo Gerard, Michonnet, Rodolfo ne La Bohème di Leoncavallo, Tonio, Alfio) a quelli pucciniani (Scarpia, Marcello e Michele ne Il Tabarro) passando per il repertorio francese (Atanaele in Thais, Valentino in Faust, Escamillo, Zurga ne I pescatori di perle) e russo (Andrej in Guerra e pace, Mazepa ), interpretò più volte il ruolo di Figaro ne Il barbiere di Siviglia. La sua voce era così bella da venir paragonata al bronzo e al velluto, in quanto era potente e solida ma morbida allo stesso tempo. “Una delle migliori voci del secolo, bronzea, timbrata, impavida, estesa” (P.Mioli in Dizionario di musica classica, BUR), arricchita e impreziosita dalla splendida dizione toscana e dalla nobile ed elegante presenza scenica. Ettore aveva un'attività incessante e riusciva a cantare anche ottanta recite all'anno, a volte spostandosi da una città all'altra con la sua Porsche. Appena possibile, però, ritornava nella sua adorata Siena, che per lui rimase sempre la città del cuore. Dal 1959 fu eletto ininterrottamente Capitano della sua Contrada, la Pantera, che portò alla vittoria nel Palio di luglio 1963. Nell'Aprile 1962, in seguito ai problemi alla voce, dovuti a un cancro alla faringe, sul quale aveva sempre taciuto, Ettore subì il primo insuccesso della sua sfolgorante carriera: il suo Rigoletto venne infatti contestato alla Scala. Nonostante l'avanzare inesorabile della malattia e i lunghi periodi di pausa dalle scene per le cure, Ettore non si risparmiò e cantò fino a quando poté. Il canto era per lui fonte di vita, come ebbe a scrivere ad un amico: "Non temo nulla, in questi momenti, se non - è più forte di me - dover restare io senza la voce. Solo così non potrei più dare nulla agli altri e gli altri a me". Ventisei rappresentazioni suggellano, nel 1963, l'amore profondo e reciproco tra Ettore Bastianini e Vienna; nell’Ottobre dello stesso anno il suo debutto con Il Trovatore a Tokyo, ove ottenne un immenso successo personale. L'anno si concluse con Don Carlo alla Scala: sarà questo il suo ultimo impegno scaligero. Nonostante le forze cominciassero a mancare, Ettore debuttò nella parte di Mefistofele, ne La Dannazione di Faust di C.Gounod, a Napoli, nel Dicembre del 1964. Il 1965 sarà l'anno degli addii: addio a Vienna in Don Carlo, al Giappone con una serie di concerti trionfali, a San Francisco e Los Angeles in Andrea Chénier, e al Metropolitan, proprio nella parte del Marchese di Posa ,in un amaro addio alla vita. Un ultimo debutto, tuttavia: Jago, in Otello, in quella Città del Cairo che l'aveva visto giovane basso. Ettore trascorse il suo ultimo anno di vita in solitudine, interrotta soltanto da qualche apparizione pubblica in Contrada e dalle visite di pochi intimi amici, e nel 1966 si ritirò definitivamente a Sirmione ove si spense il 25 gennaio del 1967 a soli 44 anni. Solamente dopo la sua morte il pubblico che tanto lo amava ed i suoi stessi colleghi vennero a conoscenza della sua coraggiosa lotta contro la malattia. E’ sepolto a Siena e la sua tomba è meta di molti ammiratori da ogni parte del mondo. Della vita privata di Ettore Bastianini poco si sa; i colleghi, gli amici e chi lo conobbe lo descrivono come una persona gentile e buona, generosa nell'amicizia ed anche pronta al sorriso e alla battuta scherzosa, da buon toscano. Riservato e certamente schivo da ogni mondanità, Ettore era molto legato alla madre e al figlio Jago ed ebbe una predilezione particolare per il suo bellissimo cane, un pastore tedesco di nome Zabo. :Per chi volesse approfondire...
Wikipedia (Italiano) Wikipedia (Inglese) Charles A. Hooey (Inglese) http://www.musicweb-international.com/hooey/bastianini_bio.htm
* Ass. Int. Cult. Mus. "Ettore Bastianini"- Ettore Bastianini. Un nido di memorie. Erga Edizioni, Genova 2012 * Marina Berti - Marcello Vanni, Egli ci fu rapito.... Viaggio nella breve vita di Ettore Bastianini e nella sua Siena, (Romanzo), Siena 2016
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