Aneddoti ed altro (Parte II)
Restituzione delle figurine disegnati da Nicola Benois
Andrea Chénier Umberto Giordano Registrazione 1957 DECCA
Mario Del Monaco, Renata Tebaldi, Ettore Bastianini e Gaianandrea Gavazzeni
1957
RenataTebaldi, Mario Del Monaco, il baritono Bastianini ed il maestro Gianandrea,Gavazzeni, prima di partire per l'America, ove attualmente stanno inaugurando la stagione. lirica, hanno inciso all’Accademia di Santa Cecilia, l’”Andrea Chenier” per un microsolco che sarà pronto per Natale
Un giornale della sera di Chicago, uscito in edizione straordinaria nel tardo pomeriggio del 9 scorso dedicava due intere pagine a Renata Tebaldi; Mario Del Monaco, il baritono Bastianini ed il maestro Gianandrea Gavazzeni che avrebbero inaugurato, il giorno 11, la locale stagione lirica. L'articolista parlava di “estro musicale latino” e di “esplosione del genio canoro italiano”.
Inoltre, quale opera passionale, d'esecuzione quasi istintiva, citava “Andrea Chenier” che i nostri artisti avrebbero rappresentata. A smontare la fama di cantanti dall'istinto naturale che spesso hanno gli, italiani per porre in luce le loro doti di preparazione, studio e disciplina per le quali, invece, sono ricercati da impresari e direttori stranieri, sarebbe bastato, due settimane fa, trovarsi nel grande auditorium romano dell'Accademia di Santa Cecilia. In quell'epoca, immediatamente prima della loro partenza per l'America, la Tebaldi, Del Monaco e Bastianini, diretti da Gavazzeni, incidevano, per conto della DECCA che li ha in esclusiva, proprio “Andrea Chenier. Il maestro inglese James Walker, direttore artistico d'incisione attorniato da un drappello di tecnici giunti in volo da Londra, aveva, da due giorni, preso possesso della sala dei concerti dell'Accademia. Pannelli, tele, drappi, tendaggi erano stati appesi e collocati in posizioni apparentemente strane, ma secondo precisi concetti di rendimento acustico. Cavi elettrici, microfoni singoli o a grappoli, sostenuti da esili steli, agganciati a lunghe, sporgenti aste, formavano un'intricata ragnatela metallica.
Tutti i suoni captati dai microfoni venivano convogliati in una cabina, variamente manipolati attraverso strumenti elettronici ed incisi su nastri. Intanto Gavazzeni e Walker, spartito alla mano, avevano già suddiviso l'intera opera di un centinaio di frazioni che, pur avendo preciso respiro musicale e compiutezza di frase, presentavano durate di pochi minuti. Ognuna di queste frazioni si chiama “Take”. I cantanti, una volta effettuata la prova, incidono una o più “Takes”.
Le “Takes” giudicate migliori vengono “ ricucite assieme e riversate sul “Master” che, a sua volta, inviato negli stabilimenti londinesi della DECCA, serve, per ottenere le doppie matrici 1e Quali, versatavi e pressata la speciale “pasta”, costituiscono gli stampi dei dischi. In sede d'esecuzione i fattori principali sono: rapidità delle prove e dell'incisione. Quindi non è neppure il caso di parlare di sedie schricchiolanti, fogli che frusciano, strumenti caduti a terra, colpi di tosse o tonfi di passi. Gianandrea Gavazzeni, sudato, sconvolto, gesticolava e si torceva con muta potenza. Renata Tebaldi, immobile, statuaria, alla giusta frazione di secondo “entrava” duettando con Del Monaco che, afferrato al leggio, pareva volesse stritolarlo senza rumore. Ottanta coristi s'ergevano, silenti. presenze, in piedi in unisoni possenti. Bastianini, col ciuffo sulla fronte, attendeva il via del maestro come se la cosa non lo riguardasse. La tensione nervosa era evidente. Lo sforzo traspariva dai visi tesi, dal fazzoletto che la Tebaldi si passava rapidamente sul viso. Chiudendo gli occhi si udiva la più splendida esecuzione dell' “Andrea Chenier” che avessimo mai ascoltato (i tre cantanti sono, attualmente, i migliori, interpreti mondiali di tale opera), ma, riaprendoli, non in clima lirico pareva trovarsi bensì matematico e tecnico. Poi, durante le pause, ciascuno si rilassava, provando quasi gioia a fare un po' di chiasso. Renata Tebaldi , scherzava con i professori d'orchestra, canticchiava canzoncine.
Del Monaco giocava con, i suoi tre bambini. Il microsolco da 30 cm. dell' “ Andrea Chenier” sarebbe uscito a Natale. Intanto, dopo i disciplinati giorni dell'incisione, i cantanti parlavano della prossima “tournée” in America, mentre, oltre Oceano, i giornalisti s'apprestavano a parlare di ”esplosione del genio”.
MICHELE MOGA
RenataTebaldi, Mario Del Monaco, il baritono Bastianini ed il maestro Gianandrea,Gavazzeni, prima di partire per l'America, ove attualmente stanno inaugurando la stagione. lirica, hanno inciso all’Accademia di Santa Cecilia, l’”Andrea Chenier” per un microsolco che sarà pronto per Natale
Un giornale della sera di Chicago, uscito in edizione straordinaria nel tardo pomeriggio del 9 scorso dedicava due intere pagine a Renata Tebaldi; Mario Del Monaco, il baritono Bastianini ed il maestro Gianandrea Gavazzeni che avrebbero inaugurato, il giorno 11, la locale stagione lirica. L'articolista parlava di “estro musicale latino” e di “esplosione del genio canoro italiano”.
Inoltre, quale opera passionale, d'esecuzione quasi istintiva, citava “Andrea Chenier” che i nostri artisti avrebbero rappresentata. A smontare la fama di cantanti dall'istinto naturale che spesso hanno gli, italiani per porre in luce le loro doti di preparazione, studio e disciplina per le quali, invece, sono ricercati da impresari e direttori stranieri, sarebbe bastato, due settimane fa, trovarsi nel grande auditorium romano dell'Accademia di Santa Cecilia. In quell'epoca, immediatamente prima della loro partenza per l'America, la Tebaldi, Del Monaco e Bastianini, diretti da Gavazzeni, incidevano, per conto della DECCA che li ha in esclusiva, proprio “Andrea Chenier. Il maestro inglese James Walker, direttore artistico d'incisione attorniato da un drappello di tecnici giunti in volo da Londra, aveva, da due giorni, preso possesso della sala dei concerti dell'Accademia. Pannelli, tele, drappi, tendaggi erano stati appesi e collocati in posizioni apparentemente strane, ma secondo precisi concetti di rendimento acustico. Cavi elettrici, microfoni singoli o a grappoli, sostenuti da esili steli, agganciati a lunghe, sporgenti aste, formavano un'intricata ragnatela metallica.
Tutti i suoni captati dai microfoni venivano convogliati in una cabina, variamente manipolati attraverso strumenti elettronici ed incisi su nastri. Intanto Gavazzeni e Walker, spartito alla mano, avevano già suddiviso l'intera opera di un centinaio di frazioni che, pur avendo preciso respiro musicale e compiutezza di frase, presentavano durate di pochi minuti. Ognuna di queste frazioni si chiama “Take”. I cantanti, una volta effettuata la prova, incidono una o più “Takes”.
Le “Takes” giudicate migliori vengono “ ricucite assieme e riversate sul “Master” che, a sua volta, inviato negli stabilimenti londinesi della DECCA, serve, per ottenere le doppie matrici 1e Quali, versatavi e pressata la speciale “pasta”, costituiscono gli stampi dei dischi. In sede d'esecuzione i fattori principali sono: rapidità delle prove e dell'incisione. Quindi non è neppure il caso di parlare di sedie schricchiolanti, fogli che frusciano, strumenti caduti a terra, colpi di tosse o tonfi di passi. Gianandrea Gavazzeni, sudato, sconvolto, gesticolava e si torceva con muta potenza. Renata Tebaldi, immobile, statuaria, alla giusta frazione di secondo “entrava” duettando con Del Monaco che, afferrato al leggio, pareva volesse stritolarlo senza rumore. Ottanta coristi s'ergevano, silenti. presenze, in piedi in unisoni possenti. Bastianini, col ciuffo sulla fronte, attendeva il via del maestro come se la cosa non lo riguardasse. La tensione nervosa era evidente. Lo sforzo traspariva dai visi tesi, dal fazzoletto che la Tebaldi si passava rapidamente sul viso. Chiudendo gli occhi si udiva la più splendida esecuzione dell' “Andrea Chenier” che avessimo mai ascoltato (i tre cantanti sono, attualmente, i migliori, interpreti mondiali di tale opera), ma, riaprendoli, non in clima lirico pareva trovarsi bensì matematico e tecnico. Poi, durante le pause, ciascuno si rilassava, provando quasi gioia a fare un po' di chiasso. Renata Tebaldi , scherzava con i professori d'orchestra, canticchiava canzoncine.
Del Monaco giocava con, i suoi tre bambini. Il microsolco da 30 cm. dell' “ Andrea Chenier” sarebbe uscito a Natale. Intanto, dopo i disciplinati giorni dell'incisione, i cantanti parlavano della prossima “tournée” in America, mentre, oltre Oceano, i giornalisti s'apprestavano a parlare di ”esplosione del genio”.
MICHELE MOGA
Concesse dalla signora Margit Hegenbart
Un articolo tratto di Ettore Bastianini all'Arena di Verona
Palio di Siena, Contrada della Pantera: Racconto sulla Capitana Cynthia Wood
“Una donna che amò un uomo ed una Contrada. Un’altra storia paliesca che amo raccontare.
Il 24 settembre 1967 è il giorno del Palio straordinario indetto per il 49° congresso della società italiana per il progresso delle scienze. La Pantera (che ha in sorte Bolero montato da Bruno Deriu detto Bozzolo) sta per chiudere una delle pagine più dolorose della sua storia. Non per motivi di Palio, ma per motivi di affetto. Ha come Capitana una donna particolare, Cynthia Sue Wood. Aveva già guidato la Contrada nella Carriera di agosto che era andata alla Selva, anche se la Pantera aveva avuto in sorte Topolone su cui montava Antonio Marino detto Guanto. Cynthia Wood voleva fortemente vincere un Palio da dedicare al ricordo, alla memoria di quello che era stato il suo compagno (particolare) di vita: Ettore Bastianini. Antefatti: con la prematura scomparsa di Bastianini, il 25 gennaio di quel 1967, nella Contrada della Pantera si pose il problema di cercare un successore. Si affaccia così, nella storia paliesca, proprio la figura della ricca ereditiera americana Cynthia Sue Wood, compagna del baritono. Nata in California il 3 aprile 1937, cresciuta in un enorme ranch nella valle di Simi, (suo padre, Wood Adrian Gordon, è un ricco ranchero, filantropo e politico), studia lirica in Europa e lavora come assistente di vari registi a La Scala a Milano dove, probabilmente, conosce Bastianini. La Contrada della Pantera provata dalla perdita del suo amatissimo Capitano, riunita in assemblea decide di nominare, e lo fa per acclamazione, proprio Cynthia Wood come Capitano. In un articolo pubblicato da “Il Campo” uscito il 9 aprile 1967 si legge: “All’invito del popolo della Pantera Miss Cynthia (…) ha immediatamente risposto con una accettazione entusiastica; poche righe in perfetto italiano espimenti, nella loro laconicità, la sua ammirazione ed amore per la nostra Città, le sue Contrade, il Palio e la sua Pantera, convinta lei stessa, evidentemente, di assolvere un impegno che le viene trasmesso dal ricordo e l’amicizia di Bastianini con il quale condivise e collaborò la preparazione e le ansie per il Palio del 1962 e la gioia per la fulgida vittoria conseguita nel successivo Luglio 1963”.
L’americana, dunque, si rende disponibile per un breve periodo sia perché aveva imparato ad amare la Contrada di Stalloreggi, sia per missione verso il compagno perduto che, per quanto successo avesse avuto nel mondo, aveva sempre il cuore in Pantera. Molti aneddoti si raccontano su questa donna elegante e di classe. Nei giorni del Palio, da Capitana, per le strade di Siena indossava un particolare ed elegante vestito rosso, blu e bianco, i colori della Pantera. I panterini raccontano, invece, che quando alcuni rappresentanti della Contrada, tra cui l’allora priore, l’avvocato Arturo Viviani, furono ospitati in America, la hostess, mentre stavano volando su terreni sconfinati si premurò di informare gli sbigottiti ospiti che “stavano sorvolando da vari minuti le terre dei Wood”.
La Contrada della Pantera ha intrattenuto a lungo contatti con la famiglia e conserva nel museo un bellissimo quadro donato nel 1968 dalla capitana: grande tela dipinta nel 1962 da Aldo Marzi con la Comparsa della Pantera con i costumi del 1955.
Anche Cynthia Wood, come l’amato Bastianini, morirà giovanissima (il 27 gennaio 1993, aveva 55 anni) e anche lei di tumore. Cynthia Wood coltivò, forse non casualmente, sempre sia l’amore per i cavalli (nel 1968 costruì in una delle sue proprietà in California le scuderie dove addestrò cavalli purosangue fino agli anni ’80) sia la passione per la musica lirica (fu membro di molti teatri e fondazioni musicali in Europa come in America, tra le quali l’Opera Metropolitana di New York e l’Opera lirica di Chicago, finanziando moltissime produzioni, soprattutto opere di Wagner). Un’ultima annotazione: questo Palio corso (rimandato) il 24 settembre 1967 si tiene proprio nella data di nascita di Ettore Bastianini (era nato il 24 settembre 1922). Forse per questo lei sperava di donarlo a lui e alla Contrada. La sorte beffarda, spesso, decide diversamente e lei, come preannunciato si ritirò non dimenticando mai nè l’amore perduto, nè l’amore per quei colori bianco rosso e celeste. Strane (e difficili) sono talvolta le cose del mondo.” “
Da: https://www.facebook.com/maura.martellucci?__tn__=%2CdCH-R-R&eid=ARCo86bM13ezC51oV8eDZb7T8YTE-b_Cf5xoigw_Q7oF-Hprz62DEzT3j8jrp4vPDny3MPLmHVA_qJdo&hc_ref=ARRwXAUhZtRq1eH6IZQzzKzHtypk10Mr7qZJdIJaMpk6YB-PMff4ljK5fbM9_hLUK-M&fref=nf&hc_location=group
Il 24 settembre 1967 è il giorno del Palio straordinario indetto per il 49° congresso della società italiana per il progresso delle scienze. La Pantera (che ha in sorte Bolero montato da Bruno Deriu detto Bozzolo) sta per chiudere una delle pagine più dolorose della sua storia. Non per motivi di Palio, ma per motivi di affetto. Ha come Capitana una donna particolare, Cynthia Sue Wood. Aveva già guidato la Contrada nella Carriera di agosto che era andata alla Selva, anche se la Pantera aveva avuto in sorte Topolone su cui montava Antonio Marino detto Guanto. Cynthia Wood voleva fortemente vincere un Palio da dedicare al ricordo, alla memoria di quello che era stato il suo compagno (particolare) di vita: Ettore Bastianini. Antefatti: con la prematura scomparsa di Bastianini, il 25 gennaio di quel 1967, nella Contrada della Pantera si pose il problema di cercare un successore. Si affaccia così, nella storia paliesca, proprio la figura della ricca ereditiera americana Cynthia Sue Wood, compagna del baritono. Nata in California il 3 aprile 1937, cresciuta in un enorme ranch nella valle di Simi, (suo padre, Wood Adrian Gordon, è un ricco ranchero, filantropo e politico), studia lirica in Europa e lavora come assistente di vari registi a La Scala a Milano dove, probabilmente, conosce Bastianini. La Contrada della Pantera provata dalla perdita del suo amatissimo Capitano, riunita in assemblea decide di nominare, e lo fa per acclamazione, proprio Cynthia Wood come Capitano. In un articolo pubblicato da “Il Campo” uscito il 9 aprile 1967 si legge: “All’invito del popolo della Pantera Miss Cynthia (…) ha immediatamente risposto con una accettazione entusiastica; poche righe in perfetto italiano espimenti, nella loro laconicità, la sua ammirazione ed amore per la nostra Città, le sue Contrade, il Palio e la sua Pantera, convinta lei stessa, evidentemente, di assolvere un impegno che le viene trasmesso dal ricordo e l’amicizia di Bastianini con il quale condivise e collaborò la preparazione e le ansie per il Palio del 1962 e la gioia per la fulgida vittoria conseguita nel successivo Luglio 1963”.
L’americana, dunque, si rende disponibile per un breve periodo sia perché aveva imparato ad amare la Contrada di Stalloreggi, sia per missione verso il compagno perduto che, per quanto successo avesse avuto nel mondo, aveva sempre il cuore in Pantera. Molti aneddoti si raccontano su questa donna elegante e di classe. Nei giorni del Palio, da Capitana, per le strade di Siena indossava un particolare ed elegante vestito rosso, blu e bianco, i colori della Pantera. I panterini raccontano, invece, che quando alcuni rappresentanti della Contrada, tra cui l’allora priore, l’avvocato Arturo Viviani, furono ospitati in America, la hostess, mentre stavano volando su terreni sconfinati si premurò di informare gli sbigottiti ospiti che “stavano sorvolando da vari minuti le terre dei Wood”.
La Contrada della Pantera ha intrattenuto a lungo contatti con la famiglia e conserva nel museo un bellissimo quadro donato nel 1968 dalla capitana: grande tela dipinta nel 1962 da Aldo Marzi con la Comparsa della Pantera con i costumi del 1955.
Anche Cynthia Wood, come l’amato Bastianini, morirà giovanissima (il 27 gennaio 1993, aveva 55 anni) e anche lei di tumore. Cynthia Wood coltivò, forse non casualmente, sempre sia l’amore per i cavalli (nel 1968 costruì in una delle sue proprietà in California le scuderie dove addestrò cavalli purosangue fino agli anni ’80) sia la passione per la musica lirica (fu membro di molti teatri e fondazioni musicali in Europa come in America, tra le quali l’Opera Metropolitana di New York e l’Opera lirica di Chicago, finanziando moltissime produzioni, soprattutto opere di Wagner). Un’ultima annotazione: questo Palio corso (rimandato) il 24 settembre 1967 si tiene proprio nella data di nascita di Ettore Bastianini (era nato il 24 settembre 1922). Forse per questo lei sperava di donarlo a lui e alla Contrada. La sorte beffarda, spesso, decide diversamente e lei, come preannunciato si ritirò non dimenticando mai nè l’amore perduto, nè l’amore per quei colori bianco rosso e celeste. Strane (e difficili) sono talvolta le cose del mondo.” “
Da: https://www.facebook.com/maura.martellucci?__tn__=%2CdCH-R-R&eid=ARCo86bM13ezC51oV8eDZb7T8YTE-b_Cf5xoigw_Q7oF-Hprz62DEzT3j8jrp4vPDny3MPLmHVA_qJdo&hc_ref=ARRwXAUhZtRq1eH6IZQzzKzHtypk10Mr7qZJdIJaMpk6YB-PMff4ljK5fbM9_hLUK-M&fref=nf&hc_location=group
Conferenza su Ettore Bastianini del 20 maggio 2007 Circolo Lirico DFL di Verona Oratori Gianni Zatachetto Marina Boagno Patrizia Sudati
Trovatore 1964 a Prato
"Quell’indimenticabile Trovatore e la gioia di ritrovare il Metastasio"
Articolo di Goffrego Gori - La Nazione (Prato) del 22 ottobre 2022)
Articolo su Ettore Bastianini
https://www.lanazione.it/prato/cronaca/quellindimenticabile-trovatore-e-la-gioia-di-ritrovare-il-metastasio-1.8206788
Articolo di Goffrego Gori - La Nazione (Prato) del 22 ottobre 2022)
Articolo su Ettore Bastianini
https://www.lanazione.it/prato/cronaca/quellindimenticabile-trovatore-e-la-gioia-di-ritrovare-il-metastasio-1.8206788
La Bohème a Dallas 1957 con Ettore Bastianini, Daniele Barioni, Licia Albanese
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Recensione del Andrea Chénier Vienna 1960
Traduzione della parte di Ettore Bastianini in italiano
Eugenio Oneghin alla Scala
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Omaggio a Ettore Bastianini a Gremiasco (AL) Domenica 24 luglio 2022 Ore 21.15
Renata Tebaldi riceve il Premio Bastianini (1974)
Chicago News 1958
Rivista Classic Voice Recensione del libro "Il mio pensiero per te"
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"Articolo di Roberto Fioravanti dalla rivista Prato-Storia e Arte, n. 18 dell'aprile 1967 - Contiene la riproduzione del manifesto di un concerto (da basso) tenuto al Teatro Metastasio di Prato da Bastianini nel 1946"
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Articoli di giornali da Pippo Martelli
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Da Giuseppe Caruso
Registrazione Andrea Chénier Luglio 1957 a Roma
(a sinistra articolo del giornale, a destra il Pdf più leggibile)
Articolo giornale |
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Articolo JPG in PDF
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DA PIPPO MARTELLI
dalla Rassegna melodrammatica del 16 giugno 1949.
Concerti del 27 febbraio e 15 marzo 1955 New York
Recensione del Don Carlo "American REcord Guide" maggio / giugno 1991
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La recensione della "registrazione di Lucia" era tratta dal Dallas Morning News 1960 ma si riferisce alle esibizioni a Dallas con Callas nel 1959.
Tosca" era del New York Times del 14 febbraio 1965
il debitto al Met come Scarpia R.E
Concerto presentato con tre cantanti del Metropolitan 28 febbraio 1955
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