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Associazione Internazionale Culturale Musicale Ettore Bastianini

Aneddoti ed altro (Parte II)

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Traduzione Coraggio, Ettore! (Eva Pleus)

Coraggio, Ettore!
Sabato è tornata nel repertorio della Staatsoper di Vienna la produzione di Karajan del “Trovatore” verdiano.
Non la è più completamente, perché ora si rinuncia al sipario di Teo Otto che aveva quasi una funzione drammaturgica, collegando una scena all’altra. Un’ulteriore innovazione è stata l’accensione dell’illuminazione in sala ancora durante il postludio del primo quadro. I ritardatari potevano perciò contare sulla clemenza del direttore di scena.
Ciò che mancava pure a questa recita, era quella tensione ed eccitante teatralità che Karajan era in grado di conferirle a Salisburgo e a Vienna, le quali si erano trasmesse pure in sala, dove questa volta, di fronte alle possibilità di efficacia di quest’opera, l’entusiasmo era solo in sordina.
Alberto Erede, stimato da molti anni a Vienna come routinier, non è la persona per rendere infuocata una recita. Inoltre sembrava questa volta non sempre in armonia con il palcoscenico.
Antonietta Stella ha cantato Leonora per la prima volta a Vienna. Il suo soprano dal timbro fresco con il centro dal colore scuro, estremamente attraente, e le note di testa ben curate, rende perfettamente giustizia al ruolo e merita tutta la nostra ammirazione. Il fatto che nonostante ciò questa Leonora e il suo destino non commuovono, dev’essere perciò dovuto a una mancanza personale di forza di penetrazione.
Di questa, Giulietta Simionato ne ha tanta che la sua Azucena quasi da sé assume profilo e dimensioni profonde. L’intensità della sua interpretazione e il suo impegno vocale illimitato creano quell’eccitamento che segna il grande avvenimento teatrale: è impossibile non essere affascinati dalla Simionato.
Nikola Nikolov dell’Opera Nazionale di Sofia (qui non più uno sconosciuto) era Manrico. Possiede una voce naturale di tenore con enorme potenzialità vocale, ma molto poca raffinatezza; perciò sembra che non lo disturbi il fatto che le note arrivano sì a gola spiegata, strappate energicamente alle corde vocali, ma creando in sostanza solo raramente frasi veramente belle e formate. Comunque la “pira”, particolarmente adatta allo scuro materiale eroico di questo tenore, è stata cantata con passione e fuoco e coronata da un magnifico Do.
Nicola Zaccaria (Ferrando) era in serata particolarmente buona, cantando lo spinoso ruolo correttamente e con imponenza vocale.
E siamo arrivati al Conte di Luna e mi si concedano alcune affermazioni molto personali.
Negli ultimi due anni, Ettore Bastianini ha avuto altrettanto crisi serie, e non limitate solo alla voce. La cosa non è piacevole e nemmeno facile per un cantante considerato possessore della più bella voce baritonale del dopoguerra e che ora deve continuamente difendere questa fama.
Questa voce più bella è svanita, ma la fama è rimasta. E il pubblico è crudele. Esso esige la costanza della forma, avendone quel diritto che si acquisisce attraverso il biglietto d’ingresso.
Un cantante conscio di questo fatto soffrirà di questo peso. E credo che Ettore Bastianini stia veramente soffrendo.
Poiché la pastosità, la dolcezza incomparabile del suo baritono che usciva come olio dalle sue
labbra, sono andate. Sarà necessario prenderne atto.
In palcoscenico, oggi ci sta un Bastianini diverso, ma non mi sembra meno valido di quello di prima. Ciò che manca di armonia alla voce, questa ha guadagnato in intensità espressiva, in vivacità teatrale e in partecipazione autentica. Questo sabato, il Conte di Luna non partecipava solo marginalmente alla trama, passione e sete di vendetta risultavano efficacemente credibili – e tutto ciò privo di quel famigerato andar fuori tono che prima tanto spesso mi aveva guastato tutta la bellezza del suono bastianiniano.
Confesso di aver trovato magnifico questo Conte, poiché possedeva due cose di cui non voglio fare a meno nell’opera italiana: raffinatezza e carattere personale.
Perciò: Coraggio, Ettore! Le crisi esistono per essere superate.
Karl Löbl, quotidiano “Express”, riferendosi alla recita del 3 ottobre 1964

Articolo di un giornale viennese : Coraggio, Ettore!

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Restituzione delle figurine disegnati da Nicola Benois

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                 Andrea Chénier Umberto Giordano Registrazione 1957 DECCA
Mario Del Monaco, Renata Tebaldi, Ettore Bastianini e Gaianandrea Gavazzeni

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1957
RenataTebaldi, Mario Del Monaco, il baritono Bastianini ed il maestro Gianandrea,Gavazzeni, prima di partire per l'America, ove attualmente stanno inaugurando la stagione. lirica, hanno inciso all’Accademia di Santa Cecilia, l’”Andrea Chenier” per un microsolco che sarà pronto per Natale

Un giornale della sera di Chicago, uscito in edizione straordinaria nel tardo pomeriggio del 9 scorso dedicava due intere pagine a Renata Tebaldi; Mario Del Monaco, il baritono Bastianini ed il maestro Gianandrea Gavazzeni che avrebbero inaugurato, il giorno 11, la locale stagione lirica. L'articolista parlava di “estro musicale latino”  e di “esplosione del genio canoro italiano”. 
Inoltre, quale opera passionale, d'esecuzione quasi istintiva, citava “Andrea Chenier” che i nostri artisti avrebbero rappresentata. A smontare la fama di cantanti dall'istinto naturale che spesso hanno gli, italiani per porre in luce le loro doti di preparazione, studio e disciplina per le quali, invece, sono ricercati da impresari e direttori stranieri, sarebbe bastato, due settimane fa, trovarsi nel grande auditorium romano dell'Accademia di Santa Cecilia. In quell'epoca, immediatamente prima della loro partenza per l'America, la Tebaldi, Del Monaco e Bastianini, diretti da Gavazzeni, incidevano, per conto della DECCA che li ha in esclusiva, proprio “Andrea Chenier. Il maestro inglese James Walker, direttore artistico d'incisione attorniato da un drappello di tecnici giunti in volo da Londra, aveva, da due giorni, preso possesso della sala dei concerti dell'Accademia. Pannelli, tele, drappi, tendaggi erano stati appesi e collocati in posizioni apparentemente strane, ma secondo precisi concetti di rendimento acustico. Cavi elettrici, microfoni singoli o a grappoli, sostenuti da esili steli, agganciati a lunghe, sporgenti aste, formavano un'intricata ragnatela metallica. 
Tutti i suoni captati dai microfoni venivano convogliati in una cabina, variamente manipolati attraverso strumenti elettronici ed incisi su nastri. Intanto Gavazzeni e Walker, spartito alla mano, avevano già suddiviso l'intera opera di un centinaio di frazioni che, pur avendo preciso respiro musicale e compiutezza di frase, presentavano durate di pochi minuti. Ognuna di queste frazioni si chiama “Take”. I cantanti, una volta effettuata la prova, incidono una o più “Takes”. 
Le “Takes” giudicate migliori vengono “ ricucite assieme e riversate sul “Master” che, a sua volta, inviato negli stabilimenti londinesi della DECCA, serve, per ottenere le doppie matrici 1e Quali, versatavi e pressata la speciale “pasta”, costituiscono gli stampi dei dischi. In sede d'esecuzione i fattori principali sono: rapidità delle prove e dell'incisione. Quindi non è neppure il caso di parlare di sedie schricchiolanti, fogli che frusciano, strumenti caduti a terra, colpi di tosse o tonfi di passi. Gianandrea Gavazzeni, sudato, sconvolto, gesticolava e si torceva con muta potenza. Renata Tebaldi, immobile, statuaria, alla giusta frazione di secondo “entrava” duettando con Del Monaco che, afferrato al leggio, pareva  volesse stritolarlo senza rumore. Ottanta coristi s'ergevano, silenti. presenze, in piedi in unisoni possenti. Bastianini, col ciuffo sulla fronte, attendeva il via del maestro come se la cosa non lo riguardasse. La tensione nervosa era evidente. Lo sforzo traspariva dai visi tesi, dal fazzoletto che la Tebaldi si passava rapidamente sul viso. Chiudendo gli occhi si udiva la più splendida esecuzione dell' “Andrea Chenier” che avessimo mai ascoltato (i tre cantanti sono, attualmente, i migliori, interpreti mondiali di tale opera), ma, riaprendoli, non in clima lirico pareva trovarsi bensì matematico e tecnico. Poi, durante le pause, ciascuno si rilassava, provando quasi gioia a fare un po' di chiasso. Renata Tebaldi , scherzava con i professori d'orchestra, canticchiava canzoncine. 
Del Monaco giocava con, i suoi tre bambini. Il microsolco da 30 cm. dell' “ Andrea Chenier” sarebbe uscito a Natale. Intanto, dopo i disciplinati giorni dell'incisione, i cantanti parlavano della prossima “tournée” in America, mentre, oltre Oceano, i giornalisti s'apprestavano a parlare di ”esplosione del genio”.

MICHELE MOGA

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Concesse dalla signora Margit Hegenbart

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Un articolo tratto di Ettore Bastianini all'Arena di Verona

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Palio di Siena, Contrada della Pantera: Racconto sulla Capitana Cynthia Wood

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“Una donna che amò un uomo ed una Contrada. Un’altra storia paliesca che amo raccontare.
Il 24 settembre 1967 è il giorno del Palio straordinario indetto per il 49° congresso della società italiana per il progresso delle scienze. La Pantera (che ha in sorte Bolero montato da Bruno Deriu detto Bozzolo) sta per chiudere una delle pagine più dolorose della sua storia. Non per motivi di Palio, ma per motivi di affetto. Ha come Capitana una donna particolare, Cynthia Sue Wood. Aveva già guidato la Contrada nella Carriera di agosto che era andata alla Selva, anche se la Pantera aveva avuto in sorte Topolone su cui montava Antonio Marino detto Guanto. Cynthia Wood voleva fortemente vincere un Palio da dedicare al ricordo, alla memoria di quello che era stato il suo compagno (particolare) di vita: Ettore Bastianini. Antefatti: con la prematura scomparsa di Bastianini, il 25 gennaio di quel 1967, nella Contrada della Pantera si pose il problema di cercare un successore. Si affaccia così, nella storia paliesca, proprio la figura della ricca ereditiera americana Cynthia Sue Wood, compagna del baritono. Nata in California il 3 aprile 1937, cresciuta in un enorme ranch nella valle di Simi, (suo padre, Wood Adrian Gordon, è un ricco ranchero, filantropo e politico), studia lirica in Europa e lavora come assistente di vari registi a La Scala a Milano dove, probabilmente, conosce Bastianini. La Contrada della Pantera provata dalla perdita del suo amatissimo Capitano, riunita in assemblea decide di nominare, e lo fa per acclamazione, proprio Cynthia Wood come Capitano. In un articolo pubblicato da “Il Campo” uscito il 9 aprile 1967 si legge: “All’invito del popolo della Pantera Miss Cynthia (…) ha immediatamente risposto con una accettazione entusiastica; poche righe in perfetto italiano espimenti, nella loro laconicità, la sua ammirazione ed amore per la nostra Città, le sue Contrade, il Palio e la sua Pantera, convinta lei stessa, evidentemente, di assolvere un impegno che le viene trasmesso dal ricordo e l’amicizia di Bastianini con il quale condivise e collaborò la preparazione e le ansie per il Palio del 1962 e la gioia per la fulgida vittoria conseguita nel successivo Luglio 1963”.
L’americana, dunque, si rende disponibile per un breve periodo sia perché aveva imparato ad amare la Contrada di Stalloreggi, sia per missione verso il compagno perduto che, per quanto successo avesse avuto nel mondo, aveva sempre il cuore in Pantera. Molti aneddoti si raccontano su questa donna elegante e di classe. Nei giorni del Palio, da Capitana, per le strade di Siena indossava un particolare ed elegante vestito rosso, blu e bianco, i colori della Pantera. I panterini raccontano, invece, che quando alcuni rappresentanti della Contrada, tra cui l’allora priore, l’avvocato Arturo Viviani, furono ospitati in America, la hostess, mentre stavano volando su terreni sconfinati si premurò di informare gli sbigottiti ospiti che “stavano sorvolando da vari minuti le terre dei Wood”.
La Contrada della Pantera ha intrattenuto a lungo contatti con la famiglia e conserva nel museo un bellissimo quadro donato nel 1968 dalla capitana: grande tela dipinta nel 1962 da Aldo Marzi con la Comparsa della Pantera con i costumi del 1955.
Anche Cynthia Wood, come l’amato Bastianini, morirà giovanissima (il 27 gennaio 1993, aveva 55 anni) e anche lei di tumore. Cynthia Wood coltivò, forse non casualmente, sempre sia l’amore per i cavalli (nel 1968 costruì in una delle sue proprietà in California le scuderie dove addestrò cavalli purosangue fino agli anni ’80) sia la passione per la musica lirica (fu membro di molti teatri e fondazioni musicali in Europa come in America, tra le quali l’Opera Metropolitana di New York e l’Opera lirica di Chicago, finanziando moltissime produzioni, soprattutto opere di Wagner). Un’ultima annotazione: questo Palio corso (rimandato) il 24 settembre 1967 si tiene proprio nella data di nascita di Ettore Bastianini (era nato il 24 settembre 1922). Forse per questo lei sperava di donarlo a lui e alla Contrada. La sorte beffarda, spesso, decide diversamente e lei, come preannunciato si ritirò non dimenticando mai nè l’amore perduto, nè l’amore per quei colori bianco rosso e celeste. Strane (e difficili) sono talvolta le cose del mondo.” “

​Da: https://www.facebook.com/maura.martellucci?__tn__=%2CdCH-R-R&eid=ARCo86bM13ezC51oV8eDZb7T8YTE-b_Cf5xoigw_Q7oF-Hprz62DEzT3j8jrp4vPDny3MPLmHVA_qJdo&hc_ref=ARRwXAUhZtRq1eH6IZQzzKzHtypk10Mr7qZJdIJaMpk6YB-PMff4ljK5fbM9_hLUK-M&fref=nf&hc_location=group

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Conferenza su Ettore Bastianini del 20 maggio 2007 Circolo Lirico DFL di Verona Oratori Gianni Zatachetto Marina Boagno Patrizia Sudati

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Trovatore 1964 a Prato

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"Quell’indimenticabile Trovatore e la gioia di ritrovare il Metastasio"

Articolo di Goffrego Gori - La Nazione (Prato) del 22 ottobre 2022)

Articolo su Ettore Bastianini

https://www.lanazione.it/prato/cronaca/quellindimenticabile-trovatore-e-la-gioia-di-ritrovare-il-metastasio-1.8206788
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La Bohème a Dallas 1957 con Ettore Bastianini, Daniele Barioni, Licia Albanese

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Recensione del Andrea Chénier Vienna 1960

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Traduzione della parte di Ettore Bastianini in italiano

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Eugenio Oneghin alla Scala

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Omaggio a Ettore Bastianini a Gremiasco (AL) Domenica 24 luglio 2022 Ore 21.15

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Renata Tebaldi riceve il Premio Bastianini (1974)

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Chicago News 1958

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Rivista Classic Voice Recensione del libro "Il mio pensiero per te"

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"Articolo di Roberto Fioravanti dalla rivista Prato-Storia e Arte, n. 18 dell'aprile 1967 - Contiene la riproduzione del manifesto di un concerto (da basso) tenuto al Teatro Metastasio di Prato da Bastianini nel 1946"

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Articoli di giornali da Pippo Martelli

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Da Giuseppe Caruso
​Registrazione Andrea Chénier Luglio 1957 a Roma

(a sinistra articolo del giornale, a destra il Pdf più leggibile)

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DA PIPPO MARTELLI
dalla Rassegna melodrammatica del 16 giugno 1949.

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(Caracas) del 31 maggui 1949

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Concerti del 27 febbraio e 15 marzo 1955 New York

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Recensione del Don Carlo "American REcord Guide" maggio / giugno 1991

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La recensione della "registrazione di Lucia" era tratta dal Dallas Morning News 1960 ma si riferisce alle esibizioni a Dallas con Callas nel 1959.

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Tosca" era del New York Times del 14 febbraio 1965
il debitto al Met come Scarpia   R.E

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Concerto presentato con tre cantanti del Metropolitan 28 febbraio 1955

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Programmi Concerti e opera 

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Grazie ad Alessandro Moccia, genero del baritono Salvatore Sassu

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Dal Giornale "La notte" Andrea Chénier 19/11/1965

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 Da Giorgio Gatti

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Martedì 17 novembre è mancato a Ravenna 
 un grande amico di Ettore e della Musica: Benito Vassura
La foto lo ritrae al Laterino il 24 settembre 2019.

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                   Grazie a Pippo Martelli                                                  Grazie a Giovanni Marchisio

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Locandine gentilmente concessa dal Prof. Giuseppe Caruso

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Ettore Bastianini Capitano della Pantera ringrazia Fabio Talluri (cugino di Maria Talluri), mangiano assieme ad Aldo Venturini, per il successo conseguito nel palio del 2 luglio 1963 vinto appunto dalla Pantera

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                                                         Locandine del Metropolitan Opera
                  9 febbraio 1955 La Bohème                                          23 febbraio 1955 Andrea Chénier

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Aida al Metropolitan

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 Da l'Unità Bohème Torino 1948

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